- GIORNO 1: TIME SQUARE
- GIORNO 2: PONTE DI BROOKLIN – MOMA MUSEUM
- GIORNO 3: ONU – LITTLE ITALY
- GIORNO 4: CENTRAL PARK
NY 4 NOTTI – Pennsylvania Hotel – 525 chf
GIORNO 1: NY – TIME SQUARE
Quest’anno io mio fratello e i miei amici decidiamo di fare 10 giorni negli USA, prima tappa Chicago (vedi diario a parte) e poi 4 notti a NYC. Chi non conosce New York, la Grande Mela? Chi non ha mai sognato un giorno d’andarci?
Questa città in mutamento e sviluppo costante bisognerebbe visitarla ogni anno, e ogni anno avrebbe qualcosa di diverso da proporre e da visitare. C’e’ gente che sostiene che in una settimana ancora non si è visitato tutto ciò che NY offre, ma questo è molto soggettivo.
Arriviamo a NY con un volo interno da Chicago nel tardo pomeriggio, atterrati all’aeroporto JFK prendiamo i mezzi pubblici e ci dirigiamo in centro.
Arriviamo a Penn Station (Pennsylvania Station) una delle principali della grande mela e il nostro hotel è proprio li davanti ad aspettarci.
Facciamo il Check in, prendiamo posto il stanza, e ci catapultiamo in questa splendida metropoli. L’hotel visto da fuori è bello, però come molti hotel a NY l’interno è anni 70, le stanze un po’ vecchiotte. Ho scelto questo hotel, sia per la posizione strategica, sia per il costo, e poi in fondo non dev’essere per forza extra lusso, ci si dorme e basta.
Il primo punto che visito di NY, anche quello più visto e più conosciuto, la piazza delle piazze, Time Square. Si trova all’intersezione tra la Broadway e la settima strada.
Questa “piazza” si estende dalla 42° strada fino alla 47°.
Una moltitudine di luci e colori ci accolgono, un immensità di pannelli pubblicitari cappeggiano sulle facciate dei grattacieli, formando appunto Time Square.
Le più note aziende al mondo hanno qui il loro pannello pubblicitario. Racchiusi in questo spazio vi sono una miriade di ristoranti, negozi, alberghi che vi faranno passare ore in questo perimetro di NY.
Da segnalare sicuramente uno dei negozi + grandi al mondo di giocattoli cioè il Toys Store con all’interno una ruota panoramica. (http://www.toysrusinc.com/about-us/times-square/)
Come scritto sopra anche per gli amanti del cibo, qui troveranno pane per i propri denti infatti vi è una vastissima scelta, dalle catene americane + famose come Sbarro, Mc Donald’s, Friday’s, oppure vi è anche il famoso ristorante reso celebre dal film Forrest Gump e cioè Bubba Gamp. (http://www.bubbagump.com/locations/new-york-city/).
Dopo aver girato in lungo e in largo Time Squadre, aver fatto miriade di foto ci spostiamo nelle vie adiacenti.
Staccandosi dal fulcro della piazza si possono trovare ristoranti di vario tipo, italiani, asiatici o anche pub dove mangiare qualcosa di + ricercato spendendo sicuramente qualcosa in + rispetto alle catene citate sopra.
Vista questa parte di NY, riprendiamo la metro e ci dirigiamo verso sud, scendendo alla fermata della metropolitana linea rossa Chambers Street, arriviamo in uno dei posti + toccanti della città.
Qui il silenzio e la tristezza ci accompagnano: siamo a Ground Zero, il luogo che sempre l’uomo ricorderà per la caduta delle Torri Gemelle.
A fianco al World Trade Center sorge una piccola chiesetta resa famosa dal fatto che i soccorritori quel maledetto 11 settembre la utilizzarono come luogo per portare soccorso e per portare i feriti da curare. Stiamo parlando della chiesa di St. Paul, dove al suo interno rimangono alcuni cimeli e alcune foto di quel giorno.
Entriamo e facciamo una visita, dove troviamo alcuni fedeli intenti a pregare.
Ci dirigiamo verso il Memorial 11.11.01, dove potrete vedere il nuovo progetto, acquistare qualche gadget oppure vedere foto inedite di quel giorno.
Per riprenderci dallo shock e dalla tristezza non c’e’ modo migliore se non entrare al Century 21, un grande magazzino dove ci scateniamo in shopping sfrenato. (http://www.c21stores.com/manhattan/).
Fatta ora di pranzo, mangiamo qualcosa di veloce in un fast food li vicino. Dopo esserci rimpinzati per bene raggiungiamo Bryant Park cioè il parco che sta sulla punta dell’isola di Manhattan, da dove partono i battelli per la statua della libertà e per tutte le altre isole.
La visita di Liberty Island con la statua ci prende qualche ora. Questa statua toglie davvero il fiato, anche tutto il tragitto in barca da Bryant Park a Liberty Island vale il biglietto. La vista dalla barca della punta di Manhattan è spettacolare e le foto si sprecano.
Una volta ritornati su Bryant Park ci dirigiamo verso la statua del Toro, diventata famosa perché si dice porti fortuna. Da qui non possiamo perderci il centro economico del mondo, ovvero Wall Street appunto che si trova sull’omonima strada.
Purtroppo dopo l’11 settembre non è più possibile accedervi ma sicuramente ha ancora il suo fascino anche solo vista da fuori, e anche tutti gli uomini in giacca a cravatta che vi escono o che sostano fumando una sigaretta nervosamente danno quel tocco di particolarità.
La stanchezza si fa sentire, non ci resta che riprendere la metro e tornare in direzione Uptown e il nostro hotel. La sera decidiamo di fare un aperitivo in un luogo davvero suggestivo, il “The View” all’interno del Marriott hotel a Time Square. Questo locale si trova immerso nelle luci dei grattacieli di Manhattan e ci lascia a bocca aperta. Per cena decidiamo di mangiare qualcosa di veloce vicino al nostro hotel, stanchi rientriamo, domani sarà un’altra lunga giornata.
GIORNO 2: PONTE DI BROOKLIN – MOMA MUSEUM
Dopo il primo impatto e l’ambientamento con questa metropoli oggi è il giorno di scoprire un altro dei grandi simboli di questa città: il ponte di Brooklyn.
Fatta colazione e aver preso da buoni newyorkesi uno dei magici caffè da mezzo litro da Starbucks, prendiamo la metro e ci dirigiamo a sud (Downtown).
Per raggiungere il ponte vi sono due modi, il primo andando direttamente nel quartiere di Brooklyn al di là del fiume East River con la metro e poi farvi tutto il ponte a piedi e raggiungere ancora Manhattan, oppure partire da Manhattan farvi un pezzo a piedi fino a metà ponte e poi ritornare.
Essendo la prima volta che visitiamo NY decidiamo d’arrivare a Brooklyn e di farci tutto il ponte a piedi. La visuale sullo Skyline toglie il fiato, e mi lascia a bocca aperta.
Il ponte è stato completato nel 1883 da un progetto dell’ingegnere tedesco John Augustus Roebling. Rappresenta il primo ponte costruito in acciaio ed ha rappresentato per lungo tempo il ponte sospeso più lungo al mondo. Questo ponte collega tra di loro l’isola di Manhattan ed il quartiere di Brooklyn (un tempo due cittadine distinte dallo stato di New York invece oggi due quartieri della grande mela) attraversando il fiume East River.
Le foto si sprecato com’è ovvio che sia vista la visuale molto particolare dei grattacieli.
Dopo aver girato in lungo e in largo il ponte (facendo attenzione alla corsia per le biciclette e per le persone che fanno jogging) ci dirigiamo verso Manhattan per andare a fare un po’ di shopping e mangiare qualcosa al Pier 17.
Il Pier 17 è un molo per le barche trasformato in centro commerciale e tutta la zona adiacente è stata riqualificata e adibita a negozi e ristorantini molto trendy. All’ultimo piano di questo centro commerciale troviamo una fornitissima food court dove abbiamo l’imbarazzo della scelta tra cibi etnici, italiani, classici hamburger.
Fatta incetta di acquisti e soprattutto rifocillati e riposati riprendiamo la metropolitana verso Uptown.
È arrivato il momento di visitare uno dei musei + conosciuti al mondo : il MOMA. Questo museo si trova a Midtown Manhattan sulla 53° strada tra la quinta e la sesta strada, vicino al Rockfeller Center.
Ha avuto una straordinaria importanza per lo sviluppo dell’arte moderna ed è stato spesso considerato il principale museo d’arte moderna al mondo.
La collezione del museo propone una incomparabile visione d’insieme dell’arte moderna e contemporanea mondiale, poiché ospita progetti d’architettura e oggetti di design, disegni, dipinti sculture, fotografie. La biblioteca del MOMA e i suoi archivi raccolgono oltre 300’000 libri e periodici, oltre alle schede personali di più di 70’000 artisti.
L’idea originale di un museo di arte moderna fu sviluppata nel 1928 principalmente da Abby Aldrich Rockefeller (moglie di John D. Rockefeller Jr.) e da due delle sue amiche, Lillie P. Bliss e Mary Quinn Sullivan.
Come sede del museo da loro ideato affittarono un edificio piuttosto modesto e lo aprirono al pubblico il 7 novembre 1929, 9 giorni dopo il crollo di Wall Street. La Rockefeller stessa assunse l’incarico di tesoriere.
Si trattò del primo museo statunitense ad essere dedicato interamente all’arte moderna e fu il primo a Manhattan ad esibire opere delle correnti moderniste europee.
La visita di questo museo ci prende buona parte del pomeriggio.
Usciti anche se stanchi decidiamo di farci un giro sulla famosissima quinta strada le boutique più famose al mondo.
Prima di cena decidiamo di visitare anche il Rockfeller Center che si trova vicino al MOMA, sulla quinta strada. La vista è incredibile e spettacolare, NY di sera è davvero affascinante. Dopo questa visita usciamo a cena e rientriamo stanchi morti in hotel.
GIORNO 3: ONU – LITTLE ITALY
Dopo la solita colazione newyorkese, ci dirigiamo in metro verso Grand Central Station, la stazione principale di NY, famosa perché presente in numerosi film con la sua caratteristica scalinata.
Fatta qualche foto ricordo, fatto un giro in questa stazione decidiamo di recarci verso il lato sinistro di Midtown verso il fiume East River ma soprattutto verso la sede delle Nazioni Unite, l’ONU. Si tratta di un organismo internazionale che racchiude quasi tutte le nazioni del mondo (192).
Il palazzo (chiamato anche palazzo di vetro per la sua struttura) si staglia sulla sponda del fiume e non potete non riconoscerlo in quanto davanti al palazzo vi sono le bandiere di tutte le nazioni facenti parte di questa organizzazione.
Pensare che tra le decisioni più importanti al mondo vengono prese in questo luogo fa senso.
Il resto del giorno lo dedichiamo alla visita delle due più famose comunità di New York, cioè Little Italy e Chinatown.
Per raggiungerle dobbiamo prendere la metro e dirigerci verso sud “downtown” fino alla metro Canal Street. Oramai la piccola Italia è stata quasi interamente inglobata dai cinesi, rimane unicamente Mulberry Street a portare avanti le tradizioni italiane.
La sensazione è particolare, numerosi ristoranti con tipicità italiane, bancarelle che vendono specialità e ghirlande per identificare questa zona della metropoli. La scelta di ristoranti è davvero numerosa!
Arrivati con le grandi immigrazioni di fine ottocento e di inizio novecento, gli italiani in America hanno sempre tentato di concentrarsi in un’unica zona.
Little Italy è l’espressione di questa caratteristica. Va notato oramai che gli italiani in America non sono gli stessi arrivati qui quasi un secolo fa, ma sono i loro figli i loro nipoti, interamente integrati nel tessuto sociale statunitense. Per questa ragione le tradizioni, come la lingua, vanno via via perdendosi. Non a caso come detto precedentemente Chinatown ha oramai inglobato parecchie zone che prima facevano parte di Little Italy.
Chinatown che si trova sempre nella stessa zona, ci accoglie con la miriade di bancarelle che vendono cianfrusaglie, oggettistica contraffatta e numerosi ristoranti cinesi.
La sensazione è quella di sentirsi in un’altra nazione, visto che siamo circondati da persone asiatiche, da templi e da negozi che vendono qualsiasi tipo di oggetto, per non parlare di alimentari. É calcolato che Chinatown a New York conta ca. tra i 75’000 ed i 150’000 abitanti ed è in continua espansione.
Famosa per il suo “Diamond District” (lungo Canal St. e Bowery), Chinatown offre anche con i suoi numerosi negozi e bancarelle, la possibilità di uno shopping decisamente economico, tra cui le riproduzioni di orologi famosi a 15 dollari oppure jeans a basso costo. É qui che durante le prime settimane dell’anno si svolte la “festa della primavera”.
Prendiamo la palla al balzo e decidiamo di pranzare in uno dei numerosi ristoranti di cucina cinese presenti nel quartiere.
In questa parte di Manhattan decidiamo di visitare anche un’ altro quartiere che negli ultimi anni sta prendendo piede.
Il quartiere è SOHO (South Houston Street), il quale è delimitato a nord da Houston Street e a sud da Canal Street. È uno dei quartieri più alla moda della grande mela. Negli anni ’60 gli artisti, spinti dal richiamo di prezzi bassi per l’affitto e dai vasti spazi luminosi, si spostarono negli appartamenti vuoti e nei capannoni industriali abbandonati della zona, cosiddetti Loft.
Il mondo dell’arte, attualmente, è emigrato verso Chelsea e Williamsburg, ma SoHo rimane, ciò nonostante, il punto d’incontro del panorama artistico newyorkese.
Il quartiere è un paradiso per gli artisti, le gallerie d’arte si susseguono e l’atmosfera è davvero piacevole.
Li vicino visitiamo anche un’altra zona che sta prendendo molto piede tra i giovani e tra i newyorkesi cioè NOLITA, (north of Little Italy) quartiere giovane in grande movimento, qui si dice vi è la vera italianità, quella che a Little Italy si è persa.
Qui locali e negozi di griffe aprono mese dopo mese. Qui si sta rivitalizzando un’area dal passato storicamente importante. Nolita, con Mulberry, lambisce l’incrocio (il «Collect») delle cinque vie rese celebri dalle «gangs di New York» di Martin Scorsese, area che fu teatro delle sanguinose lotte tra i residenti e i nuovi immigrati irlandesi nella prima metà dell’Ottocento.
Nel quartiere andiamo a vedere la St. Patrick’s Old Cathedral, all’angolo tra Mott e Prince, che aprì nel 1815 e servì come cattedrale per i fedeli cattolici di New York fino al 1868, quando sulla Quinta Strada fu eretta la cattedrale di San Patrick.
Le scarse possibilità di costruire nuove case o di convertire le vecchie gonfiano i prezzi, che superano i due o tre milioni di dollari per appartamento.
A poca distanza visitiamo un altro quartiere molto in voga a New York cioè TRIBECA, questo nome è l’abbreviazione di “triangle below Canal Street”, il quartiere infatti ha forma di triangolare ed è delineato a nord da Canal Street.
Precedentemente noto centro finanziario, caratterizzato dalla presenza di numerosi magazzini (in seguito trasformati e resi abitabili), il quartiere si è rinnovato ed è diventato area residenziale alla moda, dove risiedono anche celebrità quali Julia Roberts, Mariah Carey, Harvey Keitel e Robert De Niro.
In seguito agli attentati dell’11 settembre 2001 al World Trade Center, il quartiere, vicino alla zona dell’evento, ha subito un’inevitabile perdita di vitalità.
Per ridare vita e cultura al quartiere, nel 2002 Jane Rosenthal e Robert De Niro hanno fondato il Tribeca Film Festival, divenuto in breve tempo uno dei festival cinematografici più interessanti e seguiti del mondo.
Abbiamo i piedi che scottano e le gambe pesanti, però questi quartieri (NOLITA, TRIBECA E SOHO) li visitiamo in poco tempo. Basta farsi un giro a piedi per scoprire l’anima giovanile di questi quartieri. Stanchi ma soddisfatti d’aver visto delle realtà diverse tra loro rientriamo in hotel.
Alla sera, ci dirigiamo al Madison Square Garden, la pista di ghiaccio e centro polifunzionale dove vediamo una partita di hockey. Infatti precedentemente avevamo acquistato via internet i tickets. L’esperienza è particolare, l’hockey ma lo sport in generale in America è vissuto sicuramente in modo diverso dal nostro.
Ceniamo all’interno dello stadio, finita la partita rientriamo per la notte.
GIORNO 4: NY – CENTRAL PARK
Oggi è il grande giorno di visitare il polmone verde di New York, ovvero il Central Park: è il più grande parco (3,4 km², un rettangolo di 4 km × 800 m) nel distretto di Manhattan, a New York. (http://www.centralpark.com/)
Si trova nella Uptown, al centro tra i due quartieri residenziali, l’Upper West Side e l’Upper East Side, i quali prendono il nome dalla loro posizione rispetto al parco.
Central Park è un’oasi per gli abitanti di Manhattan che abitano nei grattacieli circostanti, ed è uno dei parchi cittadini più conosciuti del mondo, grazie anche alle sue comparse in numerosi film e telefilm
Veduta aerea di Central Park, a destra l’Upper West Side, in fondo la Midtown e ancor più giù si intravedono i grattacieli della Lower Manhattan, a sinistra il lussuoso Upper East Side. Il parco, aperto nel 1856 fu progettato da Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux. Anche se il parco sembra naturale, è in gran parte opera dell’uomo.
La strada lunga 9,7 km che circonda il parco è frequentata da ciclisti, persone che fanno jogging e pattinatori a rotelle, specialmente nei fine settimana quando è vietato il transito alle auto.
Giriamo in lungo e in largo questo stupendo parco.
Per raggiungerlo abbiamo preso la metropolitana andando verso uptown direzione o columbus circle oppure in una delle altre innumerevoli fermate.
A Central Park vi sono lo zoo, oppure ci sono diversi musei importantissimi. All’interno del parco però vogliamo vedere un luogo molto conosciuto, dove molta gente va’ in pellegrinaggio in onore di John Lennon ovvero Strawberry Fields.
Decidiamo di visitare il Metropolitan Museum. Quest’ultimo a cui spesso ci si riferisce con il nomignolo di “the Met”, è uno dei musei più grandi al mondo.
La sua sede principale si trova sul lato sinistro di Central Park, lungo quella che viene soprannominata the Museum Mile, la via dei musei. Il museo è suddiviso in 19 dipartimenti, il meglio dell’arte mondiale, dagli antichi manufatti egizi alla pittura europea moderna.
La sezione che però più ci prende è quella dedicata all’arte egizia conta circa 36’000 pezzi, seconda solo al Cairo.
All’interno troviamo anche sculture greche, romane ed etrusche, oggetti dell’area mesopotamica, un’ampia sezione sull’arte medievale, più di 50’000 pezzi di arte europea.
La giornata dopo la visita al museo è quasi giunta al termine, come nelle altre giornate a NY si arriva a fine giornata fisicamente stanchi.
La mole di bellezze da visitare o vedere è innumerevole. Decidiamo di rientrare a piedi fino al nostro hotel, cenando in un fast food nelle vicinanze.
GIORNO 5: ST. PATRICK CATEDRAL – ROCKFELLER CENTER
Questa ultima giornata nella grande mela decidiamo di passarla facendo shopping, e dove se non sulla famosissima 5a strada? La quinta strada, arteria famosissima in tutto il mondo non offre unicamente shopping sfrenato ma vi sono anche attrazione da visitare.
Come per esempio La Cattedrale di San Patrizio (in inglese: St. Patrick’s Cathedral) che visitiamo e che si affaccia appunto sulla 5th Avenue (all’incrocio con la 51st Street). La chiesa si trova nel cuore di Manhattan, situata a due passi dal Rockefeller Center ed è la chiesa principale dell’Arcidiocesi di New York.
Venne costruita tra il 1853 ed il 1878 in stile neogotico secondo i piani dell’architetto James Renwick Jr. Segue gli schemi delle cattedrali medievali europee.
Come non visitare il famoso Rockfeller Center e la sua pista di ghiaccio. Ma quest’ultimo non è solo questo grattacielo con la vista panoramica ma fanno parte ben 19 edifici commerciali, costruito dalla famosissima famiglia Rockfeller, è uno dei più grandi complessi privati del suo genere al mondo. Fa parte di questi edifici anche il Radio city hall, completato nel 1932 all’epoca era il più grane il più sfarzoso teatro al mondo.
In grado di contenere 6000 spettatori, dopo un inizio stentato divenne ben presto una delle attrazioni turistiche più importanti della città. Si trova all’angolo tra 50th Street e Avenue of the Americas.
Dopo molto shopping decidiamo di mangiare qualcosa sulla 5° strada.
Questa vacanza è giunta al termine, sono stati 5 giorni meravigliosi che ci hanno fatto scoprire questa città anche se per me non era la prima volta. New York è una città in continuo cambiamento, e ogni anno bisognerebbe visitarla proprio perché i cambiamenti sono davvero all’ordine del giorno. Grazie Big Apple!